Etimologías para sobrevivir al caos

Etimologías para sobrevivir al caos

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  • Create Date:2021-05-24 02:51:06
  • Update Date:2025-09-06
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  • Author:Andrea Marcolongo
  • ISBN:8430623833
  • Environment:PC/Android/iPhone/iPad/Kindle

Summary

Las palabras dan forma a nuestra idea del mundo。 Cuando elegimos un término con atención ponemos cierto orden en el caos, y esa es también una bonita manera de cuidarnos。 Un discurso pobre, impreciso, insípido y sin relieves refleja un pensamiento equivalente。 ¿Cómo escapar del desconcierto de la indefinición? ¿Cómo recuperar el sentido de las cosas? Andrea Marcolongo dibuja un atlas etimológico lleno de sorpresas que nos lleva a los orígenes de nuestra historia, revela quiénes hemos sido y nos invita a pensar quiénes queremos ser。

Explorar las raíces de los términos, saborear sus matices, asombrarse ante los desplazamientos que han sufrido a través de los siglos y los lugares equivale a trazar la evolución de nuestra lectura del mundo。 El arte de reconstruir las etimologías es, por tanto, cualquier cosa menos estéril: es un fin en sí mismo。

¿Desde qué lugar lejano ha viajado cada palabra antes de llegar a nosotros? ¿Qué otros paisajes ha recorrido, influyendo en otros idiomas y moldeándose a su vez? Quizá no haya mejor lección sobre nuestra esencia que la que ofrecen estas viajeras cuya supervivencia depende de la evolución, la mezcla y el movimiento。

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Reviews

Anaplaya

3 1/2

MILLO

Testo interessante, scritto con passione e amore per le parole。 Un libro che ci insegna molto sul significato e sul l’importanza delle parole ci educa a trattarle e ad usarle, partendo dalla loro storia, per ricordarci la bellezza ed il miracolo del linguaggio umano 。

Claudia

Il libro dei bacetti perugina。 Soldi spesi male。

Luca

Parlare di etimologia senza essere vincolati dai standard accademici è un ottima idea per un libro, peccato che il prodotto finale è deludente。La ricerca etimologica fatta dall'autrice è impressionante ma si mischia così tanto nelle sue digressioni che diventa difficile capire quali sia l'etimologia esatta delle parola e la sua evoluzione cronologica。 Queste digressioni confondo e sono spesso così personali che si fa difficoltà a capire perchè sono state incluse。 Allo stesso modo, le numerosissi Parlare di etimologia senza essere vincolati dai standard accademici è un ottima idea per un libro, peccato che il prodotto finale è deludente。La ricerca etimologica fatta dall'autrice è impressionante ma si mischia così tanto nelle sue digressioni che diventa difficile capire quali sia l'etimologia esatta delle parola e la sua evoluzione cronologica。 Queste digressioni confondo e sono spesso così personali che si fa difficoltà a capire perchè sono state incluse。 Allo stesso modo, le numerosissime citazioni presenti non hanno una funzione precisa e quindi rallentano la lettura e fanno sembrare l'autrice un'esibizionista culturale。In poche parole, il potenziale di questo libro è stato sfruttato molto male。 。。。more

Magnolitaz

“Nulla più del linguaggio ha la forza e il talento di dare forma alle cose e di plasmare la realtà。 Alla sciatteria, il dire è cura e contravveleno。 Necessario è dunque ribellarci alla pigrizia verbale, che è sempre sintomo di pigrizia intellettuale - fare un po’ di movimento, perché ogni rivoluzione passa attraverso la lingua。”

Roberto Solbiati

ANDREA MARCOLONGO _ ALLA FONTE DELLE PAROLEChe libro "entusiasmante" questo di Andrea Marcolongo。 Da tempo non leggevo un libro con tale "diletto", esperienza sublime per un lettore dilettante quale sono。 Mi sono divertito a utilizzare due etimi tra i 99 sui quali con grazia e leggera serietà immagino volare e posarsi la nostra scrittrice。Sento già lo stridere delle unghie sui vetri, costante sensazione di arrampicarmi dove non sono capace quando mi metto a scrivere di libri che sono ben oltre l ANDREA MARCOLONGO _ ALLA FONTE DELLE PAROLEChe libro "entusiasmante" questo di Andrea Marcolongo。 Da tempo non leggevo un libro con tale "diletto", esperienza sublime per un lettore dilettante quale sono。 Mi sono divertito a utilizzare due etimi tra i 99 sui quali con grazia e leggera serietà immagino volare e posarsi la nostra scrittrice。Sento già lo stridere delle unghie sui vetri, costante sensazione di arrampicarmi dove non sono capace quando mi metto a scrivere di libri che sono ben oltre la mia capacità di comprensione e di analisi。 Perché lo faccio, con il rischio, anzi la certezza, di ammantare con gravose banalità libri che dovrei semplicemente commentare con un semplice e sincero "che bello"?Forse perché stuzzicano un sentimento recondito, come se smuovessero qualcosa che è dentro nel profondo e che non trova, per povertà di linguaggio e idee, la possibilità di emergere。Grandi sono questi libri, dico grazie a chi li scrive, che pur rivolgendosi all'universale, sa parlare con confidenza a ciascuno di noi。Voglio citare dal libro alcune brevi frasi ( a fatica estrapolate da un testo che mi affascina dall'inizio alla fine):"incendiare il reale e non accontentarsi delle sue ceneri, questo significa SENTIRE le parole che ci bruciano dentro。 Smettere di essere aneddoti sfocati, e ricominciare a essere uomini e donne messi a fuoco - e a nudo。""De-costruire una parola per ri-costruirci come esseri umani。 Di fatto, sentirci pungere dentro da un significato che avevamo smarrito nelle pieghe della nostra memoria o nei musei di chissà quale passato e scoprirci pienamente vivi, ben saldi nel nostro presente""La lingua che parliamo, quella che abbiamo appreso fin dalla nostra infanzia e che da secoli qualcuno ha parlato prima di noi, serve a esprimere noi stessi in quanto esseri umani"infine"Gli etimi sono la cassaforte del nostro sguardo sul mondo"Libri dotti come questo generalmente mi consentono di provare il piacere dell'ignoranza, sentendomi come un vaso riempito di humus e di acqua fresca, ma nel caso presente la sensazione è più complessa。 Avendo studiato, in ere geologiche anteriori, latino e greco, qualche parvenza di ombra di rimembranza aleggia tra le mie sinapsi。 La sensazione è come, se posso permettermi, ironicamente, il paragone, se mi trovassi nella caverna di Platone, dalla quale vedo le ombre etimologiche delle parole, di alcune solo, per carità, e con Marcolongo tolgo la patina che mi impedisce la piena conoscenza e riesco a vedere le figure complete alla luce。Ho apprezzato anche lo stile e il tono。 La leggera ironia non supponente (a volte in libri di dotti che vogliono apparire alla mano è artefatta ) e la, immagino reale, sincerità con la quale si pone nei confronti del lettore。 L'immagine è quella di un dialogo che io situo per esempio su una panchina alla sera guardando il mare, nel quale due amici discorrono dei fatti della vita e una dei due svela il significato delle parole che usiamo per rappresentarci e rappresentare le nostre esperienze, rendendo più vivo e preciso il nostro interrogarci e raccontarci。Può forse sembrare un panegirico questo commento al libro della signora Marcolongo。 In realtà è scritto con la schietta sincerità di chi non dispone di molti strumenti critici di analisi (avrà sicuramente i suoi difetti, lascio a chi ha migliori frecce nella sua faretra la loro puntualizzazione)。 Io esprimo liberamente la mia "meraviglia", senza, come dice l'autrice citando Catone, cercare la sua fiducia - impossibile non conoscendoci - con chili di lodi。A mio avviso un ottimo libro da leggere una prima volta tutto d'un fiato, e poi, tenendolo a portata di mano, un etimo al giorno, con maggiore lentezza。 。。。more

Oz Martin

Per me Andrea Marcolongo è una bellissima certezza。 La sua capacità di parlare del linguaggio e delle parole senza appesantire il trattato è una qualità che in pochi possiedono。 Con questo, poi, è riuscita a farci viaggiare attraverso i secoli, a farci conoscere popoli meravigliosi lontani anni luce, ma restando, sempre, nelle nostre quattro mura。 Ed è questo il meraviglioso potere delle parole。

Glorious Gloria

J'ai commencé le livre car je suis passionnée d'étymologie。 Et n'étant pas helléniste (mais Mme Marcolongo non plus, dès qu’on lit sur son CV qu’elle a un diplôme et elle a fait des traductions du grec pour son ex-copain Alessandro Baricco…) je me suis dit que j'allais apprendre beaucoup de choses, faire des allers-retours entre hier et aujourd'hui。 Je n'ai pas fini l'ouvrage mais je ne suis pas sûre d'aller au bout ! Je trouve la pensée assez confuse, beaucoup de blabla, de répétitions, elle ma J'ai commencé le livre car je suis passionnée d'étymologie。 Et n'étant pas helléniste (mais Mme Marcolongo non plus, dès qu’on lit sur son CV qu’elle a un diplôme et elle a fait des traductions du grec pour son ex-copain Alessandro Baricco…) je me suis dit que j'allais apprendre beaucoup de choses, faire des allers-retours entre hier et aujourd'hui。 Je n'ai pas fini l'ouvrage mais je ne suis pas sûre d'aller au bout ! Je trouve la pensée assez confuse, beaucoup de blabla, de répétitions, elle manque d'envergure intellectuelle。 La narration mêle trop de choses différentes, des nombreuses digressions privées sans lien les unes aux autres, des anecdotes pas trop amusantes de sa vie aisée et vraiment peu sur l'évolution de la langue。 C’est un type de storytelling qui confond l'essentiel et l'accessoire et porte sur l'antiquité un regard contemporain qui oriente la vie et les choix de l’auteure。 Mais écrire, n'est-ce pas faire la liste des choix et des vertus de l’auteure! A vrai dire, je ne comprends pas grand-chose。 Par exemple, pourquoi faire la traduction dans toutes les langues néolatines de chaque mot ? Pourquoi s'attacher au style épique alors qu'elle en manque singulièrement ?L'auteure est enthousiaste, mais ce livre n’est pas forcément passionnant。« Les portes existent surtout pour être ouvertes, pour accueillir et laisser entrer la lumière, le vent, les autres。 »。 Et bien… cette phrase vient du livre précédent de Marcolongo « La Part Du Héros » !!« Notre langage est devenu pauvre » bah oui, elle fait du recyclage de ses mots ! 。。。more

Federico Carciaghi

Scavare all'origine delle parole, un dizionario minimo per imparare a dirsi, per a dare un senso alla nostra vita。 Etimi per ri-costruirci e ri-costituirci。 Parole che danno forma ai nostri pensieri, che identificano la diversità di ciascuno di noi。 «È il linguaggio a fornire ossigeno alla nostra presenza dignitosa nel mondo»。 Scavare all'origine delle parole, un dizionario minimo per imparare a dirsi, per a dare un senso alla nostra vita。 Etimi per ri-costruirci e ri-costituirci。 Parole che danno forma ai nostri pensieri, che identificano la diversità di ciascuno di noi。 «È il linguaggio a fornire ossigeno alla nostra presenza dignitosa nel mondo»。 。。。more

Chiara Ma

Siete mai rimasti senza parole? Senza sapere come esprimere la confusione? Colpiti da uno stupore troppo grande per metterci sopra delle sillabe?Siete mai rimasti senza le parole per dire la paura, per parlare della rabbia, per costruire una speranza in tempi insensati? E' quando non basta più dire "supercalifragilispichespiralidoso!" che ci si rende conto che le parole contano。 Le parole contano, perché parlano di noi。 Contano perché ci danno il potere di superare la paura e di capire quello ch Siete mai rimasti senza parole? Senza sapere come esprimere la confusione? Colpiti da uno stupore troppo grande per metterci sopra delle sillabe?Siete mai rimasti senza le parole per dire la paura, per parlare della rabbia, per costruire una speranza in tempi insensati? E' quando non basta più dire "supercalifragilispichespiralidoso!" che ci si rende conto che le parole contano。 Le parole contano, perché parlano di noi。 Contano perché ci danno il potere di superare la paura e di capire quello che ci succede, per ridisegnarlo, una sillaba per volta。Capire le parole è difficile。 Le parole sono rumorose, si accavallano, cambiano colore con le voci, si litigano la scena con le immagini; è facile lasciare che il loro vero significato ci passi davanti agli occhi senza neanche avvedercene。 E allora rischiamo di perderci anche noi, di ritrovarci senza voce quando ne abbiamo più bisogno, di non avere chiavi di lettura del reale quando capirlo diventa viverlo。E allora? Come riprenderci la nostra voce? In queste pagine, che apriamo a caso, come le raccolte di favole, cercando sull'indice quel titolo che più ci incuriosisce e partendo da lì, tornando indietro e avanzando in diagonale come gli scacchi; tra queste righe Andrea Marcolongo ci invita ad andare a incontrare alcune parole della nostra lingua, della nostra storia。 Incontrarle nuovamente, come se non le avessimo ancora mai pronunciate。 Ascoltare la loro storia, come si domanda il proprio nome a uno sconosciuto。Ritrovare le storie dimenticate delle parole attraverso le etimologie, leggere di un'amicizia millenaria tra le sillabe come si leggono le mappe di un tesoro che non sapevamo di possedere, ecco cosa propone questo libro。 Una lettura unica, leggera e scorrevole come un romanzo d'avventura, una bussola melodiosa per tempi incerti。 。。。more

Anna von G。

Brava, da avere。 Un po’ noioso,

Mauro Mariani

Un ininterrotto cazzeggio sulla vita, la morte e tutto il resto, cui fanno da asse portante le 99 etimologie。 Personalmente non amo questa scrittura, tra Gramellini e la new age, ma è una questione di gusti, quello che veramente non perdono all'autrice è lo strafalcionismo, visto soprattutto che si impanca a filologa。 Ci sarebbero molti esempi di quello che dico, ma mi limito a questi due。 Ecco quello che scrive di Petrarca: "Lasso, che son! che fui! / La vita el fin, e ’l dì loda la sera。 Così Un ininterrotto cazzeggio sulla vita, la morte e tutto il resto, cui fanno da asse portante le 99 etimologie。 Personalmente non amo questa scrittura, tra Gramellini e la new age, ma è una questione di gusti, quello che veramente non perdono all'autrice è lo strafalcionismo, visto soprattutto che si impanca a filologa。 Ci sarebbero molti esempi di quello che dico, ma mi limito a questi due。 Ecco quello che scrive di Petrarca: "Lasso, che son! che fui! / La vita el fin, e ’l dì loda la sera。 Così scrisse Petrarca nella canzone Nel dolce tempo de la prima etade。 Parola tutta toscana e ormai desueta, lasso: si rimprovera – si accusa – di essere stato «pigro» e distratto, il poeta, quando la vita gli ha domandato di vivere «la prima etade» – quella gioventù che finiamo spesso per rimpiangere"。 Ora, basta leggere distrattamente la canzone per rendersi conto che Petrarca non è Leopardi: "lasso" non vuol dire "pigro", ma "stanco" o, come in questa canzone, "misero" (in questa accezione si trova in almeno 8 incipit del Canzoniere) e Petrarca, lamentando la sua attuale "miseria" dovuta al suo amore per Laura, si rimprovera di non aver perseverato nella sua giovanile refrattarietà agli strali d'amore。La civetta, ora: "Saper vedere prima degli altri, preveggenza non data dal caso, dagli astri o dall’oroscopo, ma dalla capacità di sondare le tenebre dell’animo umano e di trarne un pensiero fattuale e attivo。 La forza di pre-dire, ovvero dire prima degli altri, mentre tutti dormono, o se ne stanno muti。 Questo è il compito della civetta, il rapace che sa vedere nel buio della notte。 Ed esattamente questo è il compito della filosofia"。 Peccato che a riprova di questa affermazione l'autrice citi proprio il famoso passo della Prefazione ai Lineamenti della filosofia del diritto, in cui Hegel dice che l’interpretazione filosofica della realtà è possibile solo quando questa realtà è al tramonto: la filosofia è quindi come la civetta di Minerva che inizia il suo volo al crepuscolo。 Esattamente il contrario del pre-dire。 。。。more

Silvialovesbook

2。5

Federica

Che delusione per una maniaca dell’etimologia come me。 Libro confuso e pieno di digressioni moraleggianti。 Non ho niente contro le digressioni, le adoro, ma bisogna saperle fare。 Più di una volta sono andata a cercarmi da sola l’etimo delle parole di cui parlava l’autrice perché in mezzo ai voli pindarici il succo del discorso andava completamente perso

Jessica

99 Etimologie che trascinano con sé storie, aneddoti, ricordi e altrettanti vocaboli, etimologie, lingue diverse。 A volte le parole sembrano mancarci, non riusciamo a esprimerci con chiarezza eppure loro sono sempre lì, a ricordarci che c'è sempre un modo per raccontarsi。 Questo libro mi ha fatto fare pace con le parole e forse anche con me stessa。 99 Etimologie che trascinano con sé storie, aneddoti, ricordi e altrettanti vocaboli, etimologie, lingue diverse。 A volte le parole sembrano mancarci, non riusciamo a esprimerci con chiarezza eppure loro sono sempre lì, a ricordarci che c'è sempre un modo per raccontarsi。 Questo libro mi ha fatto fare pace con le parole e forse anche con me stessa。 。。。more

Antonio Gallo

Solo una donna poteva scrivere un libro del genere。 Un libro che non lo si legge dall'inizio alla fine, sfogliando le pagine, e poi lo si richiude。 Se le etimologie scelte sono 99, siate ben certi che da ognuna di esse ne sgorgano altre novantanove in una continua fioritura di idee, pensieri e riflessioni。 Questo è il gioco delle parole, come le ciliegie, l'una tira l'altra, e il processo è sempre personale。 La ragione è presto detta: la nostra identità è fatta di parole, che non sono come quell Solo una donna poteva scrivere un libro del genere。 Un libro che non lo si legge dall'inizio alla fine, sfogliando le pagine, e poi lo si richiude。 Se le etimologie scelte sono 99, siate ben certi che da ognuna di esse ne sgorgano altre novantanove in una continua fioritura di idee, pensieri e riflessioni。 Questo è il gioco delle parole, come le ciliegie, l'una tira l'altra, e il processo è sempre personale。 La ragione è presto detta: la nostra identità è fatta di parole, che non sono come quelle di nessun altro。 Nel momento in cui le conosciamo, le adottiamo, le facciamo nostre, diventano personali。 Costruiscono il nostro io。 Non a caso Auster ha scritto ed io ho adottato il suo pensiero come una identità personale: "Nessuno è stato mai me。 Può darsi che io sia il primo。" Tutto questo è dovuto alle parole che mi hanno costruito, sin da quando sono venuto al mondo, sino a quando questo "mio" mondo finirà。 Con esso finiranno anche le mie parole。 Non ho ancora letto il libro, queste sono soltanto alcune considerazioni di principio。 I tag che ho assegnato al libro saranno la guida per una lettura guidata alla versione kindle che ho appena scaricato。 。。。more

Francesco

Andrea Marcolongo torna in libreria con “Alla fonte delle parole。 99 etimologie che ci parlano di noi” (edito da Mondadori, pp。300 €18), un libro che rivela e fa affiorare sulla superficie delle pagine, la nuda bellezza delle parole, la loro intrinseca bizzarria。 Un viaggio etimologico alla radice della parola libertà, pungolando il lettore senza mai biasimarlo。 Il suo libro d’esordio nel 2016, “La lingua geniale。 9 ragioni per amare il greco” (Laterza) è stato un grande successo editoriale con Andrea Marcolongo torna in libreria con “Alla fonte delle parole。 99 etimologie che ci parlano di noi” (edito da Mondadori, pp。300 €18), un libro che rivela e fa affiorare sulla superficie delle pagine, la nuda bellezza delle parole, la loro intrinseca bizzarria。 Un viaggio etimologico alla radice della parola libertà, pungolando il lettore senza mai biasimarlo。 Il suo libro d’esordio nel 2016, “La lingua geniale。 9 ragioni per amare il greco” (Laterza) è stato un grande successo editoriale con più di 100。000 copie vendute - tradotto in Spagna, Francia, Grecia, Olanda, Portogallo, Croazia, Germania, Corea e in tutto il Sud America – bissato con “La misura eroica” (Mondadori)。 Narratrice curiosa e giramondo, fra le sue nuove pagine rivela il suo legame molto forte con la Francia partendo dal debito di riconoscenza con l’autrice Jacqueline de Romilly, poiché non è ammessa la pigrizia nel giardino delle parole。 «Occorre tagliare, seminare, innaffiare, rastrellare il nostro linguaggio ogni giorno, in ogni momento dell’esistenza»。 Da Amicizia e Verderame, da Tradire ad Amare, passando per Oriente e Occidente sino ad Avventura (e ovviamente, Linguaggio), Marcolongo ci invita dentro questo lexikón – già in corso di traduzione in diversi paesi - scovando e raccontando la «sentenzia» di novantanove parole, con l’invito a prendere consapevolezza, per riappropriarci delle parole, «usando le più precise, le più taglienti», ecco è questo il modo perfetto per raccontarci al mondo intero。 E infine, ancora rivolta a noi lettori, ci invita a concederci il lusso d’essere bizzarri。 。。。more